“Vedi Napoli e poi muori”, le origini della frase famosa in tutto il mondo

Tutti abbiamo sentito dire almeno una volta la frase: “Vedi Napoli e poi muori”, ma cosa significa veramente?
Alcuni conoscono una storia, altri ne raccontano un’altra. Noi, per pura imparzialità e sete di conoscenza ve le proponiamo entrambe.

La prima è una vera e propria favola custodita nel cuore dei più veraci partenopei.
C’era una volta una strega potentissima, capace di qualsiasi tipo di incantesimo. La sua magia era veramente potente e tutti credevano fosse oscura, ma così non era. La strega Raziella era in realtà una donna di buon cuore, che aveva dedicato le sue energie al prossimo.

All’epoca, infatti, Napoli era la meta preferita di tutti coloro che soffrivano per amore: ivi giungevano i cuori infranti e la bellezza di questi luoghi li incantava a tal punto da fargli dimenticare le pene d’amore per tutta la durata del soggiorno. Purtroppo, però, il ricordo del loro amore perduto era sempre lì e quando arrivava il momento di ripartire riaffiorava, più doloroso che mai. Poca era la voglia di vivere di questi sfortunati, molti dei quali erano stati divorati dal dolore fino a morirne.

Raziella riusciva a vedere la sofferenza nei loro occhi, e poiché da giovane aveva perso il suo grande amore, si era dedicata anima e corpo alla magia, nel tentativo di far stare bene queste anime in pena.
Un giorno realizzò un intruglio rosso sangue, un vino inebriante in grado di far perdere i ricordi dolorosi del passato. Ne offriva un bicchiere a tutti quei sfortunati forestieri prima che ripartissero e come per magia, dimenticavano tutto. Era quasi come morire, sì, per poi rinascere.

Ecco perché Vedi Napoli e poi muori. Anche se, forse, sarebbe più giusto dire : “Vedi Napoli, poi muori…E POI RINASCI!”

La seconda storia, forse più conosciuta, ci conduce al tedesco Goethe.
Nella lettera del 2 marzo 1787, della sua opera Viaggio in Italia disse: « Della posizione della città e delle sue meraviglie tanto spesso descritte e decantate, non farò motto. “Vedi Napoli e poi muori!” dicono qui»
Goethe, celebre scrittore e drammaturgo, intraprese il suo primo viaggio in Italia, durato quasi due anni, visitando il Trentino, il Veneto, la Sicilia e Napoli. Fu proprio quest’ultima che rimase nel suo cuore, perché il calore del popolo partenopeo è tanto avvolgente, per quanto son capaci di godere di tutte le piccole gioie della vita.
“Anche a me qui sembra di essere un altro. Dunque le cose sono due: o ero pazzo prima di giungere qui, oppure lo sono adesso”.
E con ciò, Goethe, omaggiò il popolo napoletano, si sentì diverso lì, forse uno di loro, lontano dal clima più freddo ed ostile tedesco a cui egli era abituato, ma la città di Napoli lo accolse a braccia aperte.

Le sensazioni provate nel lontano ‘700 da Goethe, non ci stupiscono ormai perché tutti amiamo questa città che ha rapito i nostri sensi ed il detto che egli riportò, non mente mica, perché con Vedi Napoli e poi muori!, detto che tuttora si perde tra gli scorci particolari e meravigliosi di Napoli, in cui si carpisce che non si ha bisogno di vedere più nulla oltre una città a cui non manca niente, e che può offrirci tutte le emozioni più belle che trafiggono il nostro animo e i nostri pensieri.

La cosiddetta smania ‘e turnà (la smania di tornare), più volte raccontata da canzoni classiche napoletane e film. Effettivamente “Vedi Napoli e poi muori” è anche il titolo di ben tre film – il primo del 1924 diretto da Eugenio Perego, il secondo del 1951 diretto da Riccardo Freda, e il terzo, del 2006 è un documentario diretto da Enrico Caria -ed è proprio così, tutti ammirano la città partenopea, e prima o poi ci ritornano, perché Napoli ha un grande dono che poche città possiedono, farsi amare e far amare le sue tradizioni entrando nel cuore della gente semplicemente con il suo calore, perché è una città che emoziona, incuriosisce, e non smetterà mai di sorprendere.