Napoli Milionaria: quando de Filippo portò Napoli a teatro
“Napoli milionaria!” – la commedia del 1945 di Eduardo De Filippo, prima opera della raccolta Cantata dei giorni dispari – rivela la ferma volontà dell’autore di proiettare il teatro del mondo nel panorama napoletano ed elevarne il mondo teatrale nel resto del mondo. Il Professor Pasquale Sabbatino dichiara:
«Eduardo de Filippo eleva progressivamente Napoli da teatro di una città a teatro dell’Italia, dell’Europa e del mondo. L’autore sceglie di rappresentare in “Napoli milionaria!”, la prima opera dopo la separazione familiare e artistica da Peppino, il teatro della città nel passaggio dalla fine del secondo anno di guerra allo sbarco degli Alleati già avvenuto. La notte di Napoli diviene la notte di un mondo distrutto dalla guerra e di un mondo senza valori, mentre la lunga attesa è il simbolo della fiducia nel ritorno delle prime luci di un nuovo giorno e di un nuovo corso della storia».
A settant’anni esatti dalla prima messa in scena, è ancora materia di studio il ciclo di metamorfosi che il dramma ha subito nel corso degli anni. Dal film del 1950 (regia di Eduardo e Totò tra gli interpreti) alla versione teatrale per la TV del 1962 (sempre con Eduardo e un’indimenticabile Regina Bianchi), dal dramma lirico in tre atti del 1977 (con musiche di Nino Rota) alla riproposizione nel 2005, sempre al San Carlo, della compagnia di Luca De Filippo (con regia di Francesco Rosi). Afferma inoltre Vincenzo Caputo:
«Non c’è dubbio che “Napoli milionaria” rappresenti il testo della svolta nel teatro di Eduardo. Il cambio di rotta. Quando l’opera fu messa in scena per la prima volta nel 1945 al Teatro San Carlo, Eduardo aveva davanti a sé il dramma collettivo di una guerra non ancora terminata (l’Italia è occupata a Nord dalle truppe tedesche) e quello personale di una rottura ormai insanabile (il diverbio con Peppino ha determinato la fine della compagnia il Teatro Umoristico I De Filippo). La visione dell’opera eduardiana rappresenterà l’occasione per una riflessione e, allo stesso tempo, per un esercizio di scrittura. Gli studenti, infatti, saranno chiamati a scrivere una recensione dell’opera. Questo classico della nostra letteratura teatrale verrà vivisezionato, al fine di verificare, a decenni dall’elaborazione e messa in scena, la sua indubbia tenuta nel panorama artistico degli anni Zero».